Vanna Vinci, fumettista che ho scoperto e iniziato ad amare dieci anni fa grazie alla rivista trimestrale Mondo Naif è una grande autrice. Se non la conoscete ancora vi consiglio di affrettarvi a scovare le sue pubblicazioni in libreria, o in biblioteca (perchè alcune sono andate fuori catalogo ma ci si augura che ritornino presto a scaffale). Libri come: Sophia la ragazza aurea, Aida al confine, Gatti neri Cani bianchi, sono piccoli capolavori che sanno andare dritti alla nostra parte più oscura. Vanna possiede il magico dono di saper scavare nell’animo umano e di dargli poi voce attraverso i suoi personaggi, quasi sempre ragazze che hanno imparato a stare sole con loro stesse, con i loro dubbi, le loro incertezze, le loro stravaganze. All’interno della sua produzione vi è però un libro assolutamente imperdibile: La Bambina Filosofica.
Questa bambina alimenta la sua vena nichilista leggendo solo libri di filosofia, ed esprime la sua carica distruttiva mediante un uso sapiente del turpiloquio e dell’insolenza. Ad accompagnare le sue giornate sono le note dei New York Dolls, dei Ramones e di Jonnhy Thunder; oltre ovviamente ai fidati compagni di avventure Lillo, il gorilla di peluche muto e sordo e Lino Trifola, maialino da appartamento con velleità da artista.
Come avrete notato la bambina filosofica dispone di una magnifica cameretta di design. Usa un Mac, ama il vintage e dispone di alcuni oggetti che le invidio moltissimo: la melanzana da meditazione, la lampada da attacco alieno e l’abat-jour a teschio. Auspichiamo all’ingresso di Vanna Vinci nel mondo della produzione di mobili per bambini.